Il percorso è dedicato all’acqua, elemento che connota fortemente l’identità di Leverano.
L’illustre studioso Girolamo Marciano, nel ‘600, descriveva il paese come situato in un luogo fertile e paludoso, ricco di rane e testuggini, e in tempi più recenti il poeta-contadino Roccu Torce in un omaggio alla sua Leverano scriveva “stae sotta na patula”.
Le mappe storiche segnalano infatti diverse paludi (Palude Vore, Palude Cupa, Palude Arche) e frequenti sono sempre stati gli allagamenti, immortalati anche in preziose foto storiche.
Una peculiarità è la presenza di un vero e proprio “sistema delle vore”, inghiottitoi e voragini legati alla natura carsica del territorio. Situate lungo una linea di faglia orientata Nord-Sud le vore raccolgono l’acqua piovana proveniente dall’area urbana e dai campi, facendola disperdere nel sottosuolo.
Per il loro valore identitario fanno parte dei beni segnalati nell’Atlante del Patrimonio di Comunità di Leverano nel processo in atto di redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale. Un esempio è la Vora delle Arche che si distingue per la sua importanza naturalistica legata alla riproduzione degli anfibi e all’avifauna presente.
Il percorso si muove tra periferia e centro storico, legando alcune vore ad altri significativi segni d’acqua: le fontanine dell’Acquedotto Pugliese che nei primi decenni del ‘900 hanno garantito finalmente acqua potabile a tutti, di fatto sostituendosi a pozzi e cisterne.
Il percorso prevede contenuti multimediali, tra i quali i video del progetto di valorizzazione “Le fontane pubbliche di Leverano” realizzato dall’Infopoint Leverano nel 2021, e si arricchisce di un contributo speciale del Dottore Forestale Valentino Traversa.
Nel Salento in generale e a Leverano in particolare, all’acqua piace giocare.
Nel Salento, apparentemente piano, colline basse, come pieghe di un lenzuolo strizzato, si rincorrono parallele alla costa, allungandosi da nord-ovest verso sud-est.
In queste pieghe l’acqua di pioggia, che sogna il mare, è costretta invece a sospirare, a scorrere dritta, senza mai poterci arrivare: tanto il desiderio da portarla a scavare, per scavalcare a testa all’ingiù le pietre aguzze che la vorrebbero prigioniera tra la terra rossa ed i cieli troppo blu.
Per arrivare all’amato mare, l’acqua ha imparato a ricamare, ricami traforati, allungati in file, in cui all’improvviso scomparire, buchi profondi chiamati vore, in cui potersi distillare lontana dal calore.
Accade ogni tanto, con grande spavento, che la piaggia sia troppa, tutta in un momento; così l’acqua cresce, scorre tra i campi, scavalca le strade e visita i vicinati – impertinente e maleducata imbratta i muri da scostumata.
Nelle paludi l’acqua finiva; tra canti di rane e trilli di grilli, in primavera l’acqua fioriva, ma con l’estate alla fine intristiva.
Sul suolo asciutto si piantava il cotone, poi con l’estate, tabacco, canti e sudore – persino San Rocco la chiamava dal cielo, quell’acqua nascosta che adesso serviva.
Oggi nel Parco è diventata educata, nel canale, tra gli orti, corre disciplinata, ma se dal cielo arrivano nubi, tutti al coperto se cade arrabbiata!
Valentino Traversa
LE TAPPE
- Largo Fontana, Fontanina Acquedotto Pugliese
Nel 1927 l’Acquedotto Pugliese giunge a Lecce e nei vari comuni della provincia vengono installate le tipiche fontanine pubbliche. Queste divengono ben presto luogo di ritrovo e socialità, soprattutto per le donne e i bambini ai quali spettava il compito di prendere l’acqua. A Leverano sono numerose e ancora conservate, scopri di più sulla loro storia!
Video del progetto “Le fontane pubbliche di Leverano” – Clicca per guardare - Torre dell’orologio, Pozzo
Prima dell’arrivo dell’Acquedotto Pugliese, la principale fonte d’acqua erano i pozzi, privati e pubblici, e le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, diffusi nel centro abitato e nelle campagne. Un esempio si trova proprio nella Torre dell’Orologio! - Via Cesarea, Lu Puzzu Luengu
A ricordare alcuni importanti pozzi pubblici di Leverano rimangono oggi solo i toponimi che Roccu Torce ha sapientemente trascritto e tramandato. Puzzu Tuce, Puzzu Luengu davano il nome a dei rioni ancora oggi chiamati così!
Leggi le parole del poeta-contadino su “Lu Puzzu Luengu” e il suo intorno!Lu puzzu luengu. La storia
Il pozzo lungo
Tratto da C. ERROI, Rimasuie, Tip. Biesse, Nardò 2003– Ricordi antichi da non scordare –
– Sulla strada che porta a Porto Cesareo, sulla destra della periferia di Leverano – paese natio di me Autore Erroi Carmine attaccante alla cava comunale – comunemente chiamata ora ti lu puzzu luengu.
Fu scavato nella roccia, non si sa l’origine, e in quale epoca, questo benedetto pozzo lungo, così chiamato dei nostri avi, i quali attingevano acqua limpida e benefica per dissetarsi.
Non esiste più; dall’ora che beneficiammo dell’acquedeotto pugliese.
È sotterrato, sotto l’abitato esistente a fianco della cava che allora era suolo comunale, non solo il pozzo, ma altresì compreso un appezzamento di terreno in circa di are 20 (vedere atti comunali) che fu venduto a privati; cioè a Dell’Anna Cosimo da Leverano in data circa mille novecento trentuno o trentadue.
Ed io misero ricercatore, perché non vadano dimenticati i ricordi antichi, m’inserisco con questo commento o poesia, chiamasi come si voglia.
Nel dialetto popolare Leveranese; ai suoi riguardi d’un pozzo d’acqua benefica d’un passato scomparso. - Via Cesarea, Vora di Lu Quadratura
Quando le piogge erano intense, il paese e i campi si allagavano. L’acqua confluiva nelle vore fino talvolta ad intasarle. Tanti ricordano che non era raro sentire ad un tratto un possente boato e vedere un getto d’acqua lanciato in aria, quasi come un geyser, per poi scomparire nel sottosuolo!
La vora dell’area mercatale è profonda quasi 10 m e la segnala un murale di 167/B street. Questa vora è una delle più conosciute per la sua posizione e per la vegetazione che accoglie. Qui un contenuto speciale per osservarla meglio!
Foto panoramica a 360 gradi della vora – Clicca QUI per guardarla - Parco di Patula Cupa
Patula Cupa, oggi Parco urbano, è una zona depressa del terreno, come suggerito anche dal nome. Quest’area era infatti il principale punto di raccolta delle acque piovane dell’intorno, che venivano immagazzinate nei canali presenti e usate per l’irrigazione e la coltura del cotone qui praticata. Oggi l’area umida è molto meno estesa ma molto importante dal punto di vista naturalistico!
Padula Cupa vista da via Emilia [M. ROLLI, V. TRAVERSA (a cura di), Leverano si racconta. Storia di una comunità, Editrice Salentina, Galatina 2022] - Giardino delle Fate, Vora Signora Porzia
La vora collocata in prossimità di questo luogo di rigenerazione e “frutteto storico” è il recapito finale di uno storico canale, “Ponte-canale della Sentina”, che parte da via Veglie per giungere al giardino. Come ricorda il nome, in questo canale venivano un tempo smaltiti i residui della produzione dell’olio.
CREDITS
LEVERANO: LUOGHI D’ACQUA
Produzione | Ingranaggi di comunità
Si ringrazia per il contributo speciale | Valentino Traversa
Testimonianze orali | Luigi Durante, Salvatore Lecciso, Gianluca Politano
Fonti | Atlante del Patrimonio di Comunità, a cura di Dott.ssa Viviana Blasi, Dott. For. Valentino Traversa – Ecomuseo Terre D’Arneo; Le fontane pubbliche di Leverano, Infopoint Leverano, 2021
Per le opere di Rocco Torce | C. ERROI, Rimasuie, Tip. Biesse, Nardò 2003
Foto 360° della Vora di Lu Quartararu | Carlo Mazzotta
Foto storica di Patula Cupa | M. ROLLI, V. TRAVERSA (a cura di), Leverano si racconta. Storia di una comunità, Editrice Salentina, Galatina 2022
Responsabile di progetto | Mariangela Conte
Progettazione percorsi e contenuti multimediali | Paola Durante, Sofia Giammaruco
Realizzazione video e foto | Carlo Mazzotta
Graphic design | Laura Romano
Coordinamento visite guidate e accoglienza | Francesca Chirivì
Guida Turistica | Maria Neve Arcuti
Accompagnatori | Martina Della Torre, Mariachiara Longo, Annalisa Matino, Fabio Nuzzaci, Miriana Pinto, Francesca Spedicato
Comunicazione e Social media | Simone Ombre
Assistente segreteria e amministrativa | Federica Zecca
Coordinamento generale di progetto | Cosimo Tarantino
Responsabile amministrativo | Francesco Milone
Supporto alle attività progettuali a cura dei Volontari dell’Associazione Mujmuné